Abbiamo già parlato di problemi alla tiroide con l’ipotiroidismo.
Oggi parleremo invece dell’ipertiroidismo, una condizione caratterizzata dalla presenza in circolo di quantità eccessive degli ormoni tiroidei (tiroxina,T4 e triiodotironina, T3).
Più comune nelle donne che negli uomini, ha serie conseguenze sul metabolismo, portando a un’improvvisa perdita di peso, alterazioni del battito cardiaco, sudorazioni, nervosismo, irregolarità mestruali, aumento dell’appetito, ansia, tremori, disturbi intestinali, disturbi del sonno, capelli fragili,…
Alcuni farmaci possono esserne la causa, così come alcune malattie, dove tra le più comuni ci sono il morbo di Graves (una malattia autoimmune), i noduli tiroidei (l’adenoma tossico, il gozzo multinodulare tossico e la malattia di Plummer) e le tiroiditi (infiammazioni che portano al rilascio nel sangue dell’ormone immagazzinato nella tiroide).
Purtroppo non esistono misure preventive nei confronti dell’ipertiroidismo, e la sua diagnosi prevede una valutazione approfondita della storia clinica e delle condizioni fisiche del paziente.
Nel corso della visita si valuta l’eventuale presenza di tremori, alterazioni oculari, tachicardia e si procederà alla palpazione della tiroide alla ricerca dell’eventuale presenza di noduli; servono inoltre la misurazione dei livelli circolanti di T3, T4, TSH (l’ormone che regola la secrezione degli ormoni tiroidei) e degli anticorpi anti tiroide.
A volte può essere necessario procedere alla scintigrafia tiroidea e allo studio ecografico della tiroide.
Esistono vari modi per trattare l’ipertiroidismo, e variano a seconda della gravità e dall’età del paziente; in alcuni casi si opta per la chirurgia, in altri si usa il cortisone, in altri ancora si interviene con lo iodo radioattivo.
