La sclerodermia, detta anche sclerosi sistemica, è una malattia multifattoriale con una base genetica, che colpisce prevalentemente le donne ed è caratterizzata da una progressiva occlusione dei piccoli vasi sanguigni e da fibrosi, ovvero l’ispessimento della pelle e dei tessuti connettivi degli organi interni, creando anche gravi complicanze come nel caso dei polmoni, dei reni o del cuore.
La sclerodermia nasce quando avviene una continua aggressione dei tessuti da parte del sistema immunitario e la loro successiva cicatrizzazione; molto spesso si manifesta con il cambio di colore dell’estremità delle mani, ovvero con il fenomeno di Raynaud.
Questo fenomeno avviene a causa della diminuzione di flusso sanguigno ai tessuti.
Altri sintomi generali sono: debolezza muscolare, tumefazione delle dita, infiammazione e dolore muscolare, alterazione dei capillari, anticorpi specifici nel sangue e ulcere alle estremità delle dita.
Per dare seguito a questi sintomi e arrivare alla diagnosi il reumatologo provvederà a prescrivere una videocapillaroscopia, la quale non è invasiva e permette di analizzare i capillari localizzati attorno alle unghie. Se questi appaiono alterati, difformi e dilatati la diagnosi è confermata.
Oltre a questo esame si provvederà comunque a fare: una ricerca di autoanticorpi nel sangue, prove di funzionalità respiratoria, una TAC, una radiografia dell’esofago.
I cortisonici ed un nuovo farmaco chiamato nintedanib, sono quelli usati per rallentare il decorso della sclerodermia visto che ad ora, purtroppo, non esistono cure risolutive definitive.