In pazienti con malattia autoimmune molto spesso si rileva anche un problema di ipotiroidismo, ovvero un’ insufficiente azione degli ormoni tiroidei a livello dei vari tessuti, e ciò avviene quando la tiroide non produce una quantità sufficiente di ormoni.
L’ipotiroidismo influenza le reazioni chimiche che avvengono in tutto il corpo determinando un rallentamento dei processi metabolici, portando nel tempo a seri problemi di salute.
Può avere tra le sue cause anche la rimozione a livello chirurgico della tiroide, una terapia con iodio radioattivo, la continua assunzione di alcuni farmaci, un fattore congenito, l’incapacità della ghiandola ipofisaria a produrre l’ormone necessario alla stimolazione della tiroide (TSH), la gravidanza, carenza di iodio.
Come si fa a riconoscerne i sintomi?
Essi variano a seconda dell’età in cui si presentano, della durata e dalla loro gravità; ma sicuramente si possono riscontrare:
– stanchezza e sonno eccessivo;
– eccessiva sensibilità al freddo;
-aumento di peso;
– costipazione;
– secchezza e pallore della pelle;
– gonfiore al volto e alle palpebre;
– voce rauca;
– debolezza e crampi muscolari;
– elevati livelli di colesterolo nel sangue;
-periodi mestruali irregolari o più abbondanti del solito;
– capelli assottigliati e fragili;
– depressione;
– problemi di memoria, eloquio lento;
– rallentamento della frequenza cardiaca;
– mixedema (accumulo di liquidi sottocutaneo).
Un semplice esame del sangue con la misurazione dei livelli di TSH e degli ormoni tiroidei (tiroxina, FT4) ne permettono la diagnosi anche in forme iniziali.
Un’ecografia tiroidea inoltre può aiutare soprattutto nelle forme di ipotiroidismo autoimmune.
Come si cura l’ipotiroidismo?
Esiste un trattamento standard attraverso la somministrazione per via orale dell’ormone tiroideo L-tiroxina, che va a regolarne la funzionalità.
