Oggi parliamo di polipi intestinali.
Essi sono dei rilievi soffici, delle neoformazioni, che si formano sulla mucosa dell’intestino, in particolare nel colon e nel retto, solitamente di origine benigna.
Con il tempo però alcune forme possono peggiorare e mutare in cancro, ecco perchè la loro diagnosi precoce, la prevenzione e le giuste cure sono necessarie, asportazione compresa eventualmente.
A seconda della forma o quantità vengono classificati in:
– peduncolati: facili da rimuovere sporgono dalla parete intestinale;
– sessili: senza peduncolo, piatti, cioè aderenti alla parete viscerale, comportano un’asportazione un po’ più complicata;
– iperplastici: di orgine benigna, non prestano particolari rischi di evoluzione neoplastica;
– infiammatori: anch’essi di origine benigna, sono spesso associati a colite ulcerosa, morbo di crohn, diverticolosi, coliti infettive;
– amartomatosi: lesioni non plastiche di origine familiare;
– neoplastici o adenomatosi: si distinguono a loro volta in tubolari, villosi o misti in base alle caratteristiche macroscopiche ed istologiche;
– singolo: quando ne è presente uno solo
– multipli: quando la loro presenza ha un massimo di 100 polipi;
– poliposi: quando sono in numero maggiore di 100; può avere origine sporadica o familiare se si tratta di un difetto genetico trasmissibile, e quindi con un rischio di degenerazione in tumore al colon-retto molto elevato;
Le dimensioni dei polipi variano da pochi millimetri fino anche a 4-5 centimetri.
Generalmente sono asintomatici, ma a volte, nei casi più particolari, possono manifestarsi con diarrea, perdita veloce di peso, stanchezza, anemia, ostruzione intestinale o coliche addominali.
