I gruppi sanguigni sono caratterizzati in base alla presenza di specifiche proteine sulla superficie dei globuli rossi, la cui comparsa è di natura genetica.
La classificazione si basa sulla presenza o sull’assenza delle proteine antigeniche A e B.
In parole povere, per determinare la natura di un dato gruppo sanguigno, basta seguire il seguente metodo scientificamente usato da tutti i dipartimenti medici del mondo: se su un globulo rosso vi è la proteina A si ha il gruppo A, se è presente quella della proteina B il gruppo B, mentre con la compresenza sia di A che di B si parla gruppo AB e se non c’è nessuna proteina si ha il gruppo 0.
Comprendere la natura della classificazione ematica, dunque, è il primo step utile per evitare una tale problematica nei soggetti coinvolti quotidianamente nelle trasfusioni, perchè il nostro sistema immunitario reagisce alla presenza di sangue che non viene riconosciuto come parte del nostro organismo.
E’ importante rilevare che una persona il cui sangue appartiene al gruppo A sviluppa anticorpi che combattono le proteine del gruppo B, mentre un soggetto del gruppo B presenta anticorpi che reagiscono negativamente contro le proteine del gruppo A; in caso di individui di gruppo 0, sono presenti anticorpi ematici sia A che B, con la conseguente necessità di ricevere sangue soltanto da persone dotate allo stesso modo di gruppo 0. Un individuo del gruppo AB invece, che ha entrambe le proteine antigeniche, non fabbricherà degli anticorpi poiché se lo facesse distruggerebbe i propri globuli rossi.
Sintetizzando, il paziente può ricevere:
Se appartiene al gruppo A sia da donatori provvisti di gruppo A che 0
Se appartiene al gruppo B sia da donatori provvisti di gruppo B che 0
Se appartiene a AB sia da donatori del gruppo A, B, AB e 0
Se appartiene a 0 solo da donatori provvisti di gruppo 0.
